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TETI

Nella mitologia greca era considerata una delle Nereidi, nome (gr. Τηϑύς, lat. Tethys) della dea del mare, spesso assunta nella poesia a simbolo del mare: èrvi la figlia di Tiresia, e Teti (Dante); il regno di T., il mare; in seno a T., nel mare; Quando Giason dal Pelio Spinse nel mar gli abeti, E primo corse a fendere Co’ remi il seno a Teti (V. Monti).
Talvolta si vede nel nome Teti una trasformazione dell’accadico tiamtu o tâmtu, “il mare”, che è riconoscibile in Tiāmat, la dea babilonese delle acque salate.
il suo epiteto Halosydne (“allevata dal/nel mare”) è condiviso da Anfitrite.

Teti è uno sgabello con un sedile in materiale composito di bioresina e fibra di posidonia. La forma modesta esalta le asperità del materiale e imita le egagropili, ovvero le piccole sfere fibrose di posidonia da cui deriva il materiale di cui è composta.

Queste egagropili, che si accumulano sui litorali mediterranei, sono il frutto dello sfilacciamento dei residui fogliari fibrosi che circondano il rizoma della pianta e della loro aggregazione ad opera della risacca marina.

Questo fenomeno naturale, che caratterizza il materiale, stabilisce una similitudine con il mito di Teti.

DESIGN: Francesco Cantini

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